Comprare vestiti come terapia

Che lo shopping sia un piacevole passatempo per molte donne, è luogo comune nonché dato di fatto. E alla lista degli appassionati vanno aggiunti anche svariati uomini. Si sa anche che comprare un bene materiale aiuta quando si è tristi, magari per una storia finita, o per un’occasione lavorativa andata male. Basta entrare in un negozio e acquistare dei bei vestiti nuovi per sentirsi subito un po’ meglio – un po’ come mangiare del gelato, o della cioccolata. Quello che non tutti sanno però, è che lo shopping può diventare una vera e propria terapia per superare traumi più seri. Non si tratta di inneggiare allo spendere e spandere, al contrario, di intaurare una pratica razionale, ma sta di fatto che andare a passeggiare in centro città e visitare negozi di articoli vari, può aiutare. 

Come? La logica dietro questa pratica è semplice: come tutte le terapie che hanno lo scopo di reindirizzare l’attenzione di una mente verso qualcosa di costruttivo, l’idea è, anzitutto, quella di far uscire di casa una persona che si trova in difficoltà (e che tenderà all’isolamento). Assieme ad un accompagnatore, si riesce quindi a reintegrare delicatamente un individuo in crisi, dandogli un obiettivo, un target che aiuta la mente a concentrarsi su qualcosa di materiale e, quindi, portare a termine un compito “meccanico”. Quello che la mente non nota subito è che vi sono altri stimoli positivi nello shopping: vi sono gli scambi interpersonali con i commessi, la partecipazione attiva alla vita della comunità, la soddisfazione di un bisogno chiave (quello di avere vestiti). Inoltre, l’idea di costruire un proprio stile nuovo (corrispondente ad una nuova fase della vita) aiuta ad andare avanti, a superare un periodo di blocco, e a reinventarsi. Un vestito nuovo può davvero fare la differenza.

Naturalmente, bisogna che lo shopping come terapia non diventi un’ossessione o una compulsione. E allora si tratta di non dargli mai troppa importanza, indi, centralità. L’idea è di creare un’attività complessa, nella quale comprare vestiti, oggetti, o la spesa sia solo una parte di un più grande insieme fatto anche dalla passeggiata, dall’osservazione del mondo che ci circonda, dagli scambi comunicativi con gli altri, dall’inserimento, insomma, nella comunità di appartenenza. 

Anche se può sembrare difficile da credere, so di persone che hanno beneficiato di questa esperienza e, grazie allo shopping, hano ritrovato la serenità perduta. Insomma, a mio avviso è sicuramente meglio fare un tentativo con una teoria che può sembrare bislacca ma innocua, anzichè ricorrere subito a medicinali.…

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